Howard Carter: Oggi google ci ricorda lo scopritore della tomba di Tutankhamon

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Il doodle di oggi che ci segnala google è dedicato ai 138 anni dalla nascita dell’archeologo. Howart Carter è stato un archeologo ed egittologo britannico, scopritore della tomba di Tutankhamon.

Ed è grazie a lui se oggi, al museo egizio de Il Cairo, possiamo vedere anche noi le meraviglie contenute nella tomba di Tutankhamon.
 

Chi era

Carter nasce in una famiglia povera. Suo padre lavorava dipingendo ritratti di famiglia per l’Illustrated London News in qualità di pittore ed illustratore dal grande talento.
 
Grazie a questo ambiente Howard imparò a disegnare facilmente ad acquerello senza però mostrare un particolare talento. Grazie al padre ebbe la possibilità di conoscere uno dei più grandi collezionisti di antichità egizie dell’Inghilterra, il barone William Amhurst Tyssen-Amherst. Grazie a lui iniziò ad amare gli egiziani.
 
Da questo avvenimento si schiusero le porte al futuro di Carter, il barone presentò il giovane all’egittologo Percy E. Newberry che lo prese in simpatia.
 
Newberry consigliò Howard come disegnatore per una spedizione in Egitto finanziata dal British Museum allo scopo di riprodurre ad acquerello le pitture tombali ed altri reperti archeologici.

La più grande scoperta archeologica del XX secolo

Il sogno dell’archeologo era quello di ricercare delle tombe dei due faraoni della XVIII Dinastia non ancora scoperte: Amenothep IV/Akhenaton, il faraone eretico, ed il suo successore Tutankhamon. La concessione di scavo nella Valle era ancora in mano a Theodore Davis ma, grazie alle proprie abilità, Lord Carnarvon riuscì ad ottenerne un’altra permettendo così al progetto di muovere i primi passi sicuri. Il progetto di Carter prevedeva uno scavo sistematico dell’intera Valle accuratamente divisa in settori da esplorare in successione ed iniziò nell’autunno del 1917.

Gli insuccessi e le gravose spese sostenute in cinque lunghi anni fecero scemare l’entusiasmo e nell’estate del 1922, decise di concludere l’operazione.

Ma ci credeva ancora alla sua scommessa e riuscì a convincere il proprio finanziatore a concedergli ancora una stagione, il tempo necessario per scavare l’ultimo settore da esplorare.

Il 3 novembre ripresero gli scavi, in quest’ultimo settore, di fronte alla tomba di Ramesse VI. Grande fu la gioia quando dalla sabbia, già il secondo giorno di scavo, riaffiorò un gradino che presto si trasformò in una scala che giungeva ad una porta con ancora intatti i sigilli della necropoli, segno che non era mai stata violata nelle migliaia di anni dalla sua chiusura.

Lord Carnarvon venne immediatamente richiamato in Egitto per presenziare all’apertura della porta e giunse ad Alessandria d’Egitto il 20 novembre. Il 26 novembre Howard Carter e Lord Carnarvon erano di fronte alla porta rimasta inviolata dal XIV secolo a.C., venne fatto un foro per ispezionare l’interno e si poté appurare che il corredo funerario era intatto. Il giorno seguente venne finalmente aperta la porta rivelando così tutta la grandiosità del corredo ancora intatto compresi il sarcofago ed i vasi canopi.
    

« Diedi l’ordine. Fra il profondo silenzio, la pesante lastra si sollevò. La luce brillò nel sarcofago. Ci sfuggì dalle labbra un grido di meraviglia, tanto splendida era la vista che si presentò ai nostri occhi: l’effige d’oro del giovane re fanciullo.

  
Così come da accordi per la concessione di scavo, si iniziò la catalogazione di tutti i reperti del corredo prima di inviarli al museo del Cairo dove sarebbero stati esposti al pubblico. L’operazione richiese molti anni nei quali giornalisti di tutto il mondo giunsero a testimoniare quella che è considerata a tutti gli effetti la più grande scoperta archeologica del XX secolo. Non per la ricchezza del suo corredo, accumulato utilizzando anche corredi di altre tombe per effettuare una rapida sepoltura del defunto, bensì per la scoperta di una tomba faraonica ancora inviolata.

Il 16 febbraio del 1924, alla presenza di Carter ma non di Lord Carnarvon (morto l’anno precedente), venne aperto il sarcofago che rivelò all’interno la mummia intatta del faraone bambino contenuta in un sarcofago d’oro massiccio del peso di circa 110 kg, con il volto coperto da una maschera d’oro massiccio riproducente le sembianze del defunto.

 
fonte: wikipedia
 

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CEO e fondatore del sito Chiccheinformatiche. Appassionato da anni all’informatica, è un programmatore esperto con la passione per le novità e gli aggiornamenti. Diplomato presso l’ITIS, vanta la realizzazione di software e applicazioni per computer e dispositivi mobili. Con una comprovata esperienza nell’ambito dei sistemi di rete, è esperto anche in hardware e installazioni di network. Oltre all’informatica ha un’altra grande passione, il calcio, che coltiva allenando una squadra di categoria dilettante con enormi soddisfazioni.

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