Chi è appassionato di giochi certamente conoscerà la nota catena GameStop, il più grande rivenditore di videogiochi nuovi e usati del mondo, nato 33 anni fa a Dallas, in Texas, che si occupa anche della vendita di accessori per videogiochi, console, figurine ed altro
Gamestop – Storia di una crisi annunciata
In questi giorni è arrivato l’annuncio della chiusura di 150 punti vendita entro la fine dell’anno (GameStop ha su un totale di 7.500 negozi distribuiti in 14 paesi) a causa di una ristrutturazione avviata ormai da un paio di anni
Logicamente quando accade qualcosa del genere il motivo principale sono i profitti, sembrerà alquanto scontato ma bisogna specificarlo comunque
L’azienda, nello scorso anno, ha subito un calo delle vendite pari a -19,3% per il software e -29,1% sul fronte hardware, nonostante il lancio di PlayStation VR e PlayStation 4 Slim
GameStop – Le cause
Una delle cause di questo calo è certamente da attribuirsi alle abitudini dei videogiocatori che nel corso degli anni sono profondamente cambiate.
La diffusione di contenuti scaricabili, spesso proposti a prezzi decisamente più convenienti di quelli dei punti vendita(anche perchè privi di box – copertine etc), ha convinto molti a non uscire più di casa per accaparrarsi l’ultimo titolo di grido e quindi recarsi presso un negozio “specializzato”
Certo, viene a mancare “l’effetto collezione”, ma è troppo poco per fermare un’inevitabile tendenza che man mano ci sta “avvolgendo” tutti, cosi come già avvenuto per la musica e il cinema
A questo aggiungiamo anche l’avvento e la conseguente diffusione del gaming su mobile che sicuramente ha inferto un altro durissimo colpo al mercato “tradizionale”
Certo, il numero delle chiusure rispetto a tutti i negozi dislocati in tutto il mondo, sembrerà “piccolo” ma non è cosi purtroppo.
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